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Prima di dire al mondo il suo tumore, Kate Middleton ha dovuto dirlo ai suoi figli. «Andrà tutto bene», li ha tranquillizzati lei. Ma come si può riuscire a essere allo stesso tempo rassicuranti e onesti, quando la paura è reale, ed è dentro di noi? Lo abbiamo chiesto a uno psicologo oncologo. E abbiamo raccolto alcuni suggerimenti di libri e risorse utili

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Fare il genitore è un mestiere difficile. Ma per nessuno quanto per un padre o un madre che devono dire al proprio bambino di essere malati. E che la malattia è una cosa seria. Una diagnosi di tumore è una verità grande, difficilissima da maneggiare per la madre o il padre che deve trovare il modo, le parole, il momento, la voce. Difficilissima per il bambino che deve ascoltarla, capirla, accettarla, metabolizzarla. Prima di dire al mondo il suo tumore, Kate Middleton ha dovuto dirlo ai suoi figli. «Andrà tutto bene», li ha tranquillizzati lei.

Ho un tumore. Come dire a un figlio che la mamma è malata

Ma come si può riuscire a essere allo stesso tempo rassicuranti e onesti, quando la paura è reale, ed è dentro di noi? Lo abbiamo chiesto a uno psicologo oncologo. E abbiamo raccolto alcuni suggerimenti di libri e aiuti che possano sostenere nell’impresa.

Niente bugie ma le parole giuste

«Il primo passo, per una donna che riceve una diagnosi oncologica, è lavorare sulla propria regolazione emotiva», spiega Davide Ferraris, psiconconcologo della Fondazione Libellule. «Se è in preda alla rabbia, significa che ha bisogno di elaborare: prima di comunicare ad altri deve comunicare con se stessa. Solo quando ha riconosciuto e affrontato le proprie emozioni, e si è sintonizzata con esse, può immaginare di parlare con il figlio».

E il suggerimento, in questo caso, è di «rimanere sul piano della realtà: dicendo la verità, utilizzando una metafora ed esemplificando, se il figlio è piccolo. O, se è un po’ più grande, raccontando quello che è successo così come è avvenuto, e quello che accadrà, in modo piano».

L’obiettivo è, naturalmente, farlo senza spaventare. «La mamma ci sarà sempre: questo messaggio di speranza deve passare. E insieme, madre e figlio, possono essere alleati contro la malattia».

Fare appello alle risorse interne ed esterne

Per raggiungere questo obiettivo di rassicurazione nella verità è fondamentale «contenere il proprio senso di solitudine facendo appello a tutte le risorse, interne ed esterne», spiega l’esperto. Necessario un percorso di psiconcologia, che aiuti chi riceve una diagnosi e la sua famiglia a “mentalizzare” quello che è successo. Ma necessaria è anche l’attivazione di figure di supporto, dall’altro genitore ad altri parenti, perché la madre possa condividere con altri il suo compito di protezione nei confronti del figlio.

«Non c’è una strategia unica, che vale per tutti i sistemi familiari», spiega lo psicologo. «Le parole migliori per comunicare a un figlio dipendono dalle esperienze che quel bambino o ragazzo ha avuto, dal rapporto che ha con la madre, con il padre, i fratelli. Per questo è importante una terapia su misura: per la donna come per la sua famiglia».

La malattia dei genitori: come la vivono i figli in base all’età

Ovviamente molto cambia in base all’età del figlio. E può essere particolarmente delicata nella fase dello sviluppo, dai 12 ai 21 anni, quando ci si può sentire particolarmente in conflitto con la realtà di avere un genitore malato. Per questo l’associazione Attivecomeprima offre loro un servizio di sostegno psicologico individuale (Caro figlio). Mentre ai bambini dagli 8 agli 11 anni ha destinato un Laboratorio, con l’obiettivo di “dare un’organizzazione del mondo interno” del bimbo, e aiutarlo a rappresentare e condividere le emozioni.

I libri per dire a un figlio che si ha un tumore

Ecco quindi alcuni consigli di lettura.

Libri di madri guerriere contro il cancro

La pazienza dei sassi. (Il Prato, 2018). Un albo illustrato che è prima di tutto l’autobiografia di Ierma Sega, giornalista, a cui è stato diagnosticato un tumore al seno. La scena è ambientata perlopiù sul divano dove la protagonista appare, spesso distesa, in tutte le fasi della malattia. I quattro sassi del titolo, posizionati sul tavolino di fronte al divano, diventano sono immobili, ma si “trasformano» in altrettante piantine alla conclusione di ogni tappa nel processo di cura.

Mia mamma è un pirata (Fatatrac) Scritto Karine Surugue, educatrice in una scuola montessoriana alla fine dei trattamenti chemioterapici, affronta il tema del cancro attraverso la metafora riuscendo a offrire una visione semplice della realtà. Utile per i bambini e anche per gli adulti.

La mia mamma e il drago (Clavis, 2021) La storia di una mamma guerriera che combatte il drago Mangiatempo. Nel finale del libro i consigli della neuro psicomotricista e psicopedagogista Elena Zighetti che possono aiutare a spiegare i diversi momenti della malattia. Il distacco durante il periodo della terapia, i cambiamenti di umore, la stanchezza, il necessario sentimento di speranza.

Che succede mammina? Scritto da Laura Schiaroli, madre di due bambini che, all’indomani di una diagnosi e delle cure per un tumore, ha scelto di trasformare la sua storia in tavole illustrate. Con i preziosi consigli delle psicoterapeute Benedetta Lolli​ e Laura Berretta.

La malattia spiegata a mio figlio: libro e video di Mamma Uovo /Papà Uovo

Il progetto La malattia spiegata a mio figliodell’UOSC di Ematologia Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli Fondazione G. Pascale ha dato vita a due libri (Marotta&Cafiero, 2015) e un cartone animato. Ideatrici, due psico-oncologhe, Gabriella De Benedetta e Silvia D’Ovidio, e il direttore dell’UOSC Antonio Pinto. Dai libri Mamma Uovo e Papà Uovo, illustrati da Sergio Staino, al video, la chemioterapia è rappresentata come una stellina che distrugge le cellule malate, chiedendo scusa a quelle sane per aver fatto loro del male.

Libri per bambini sul senso della vita, sulla malattia e sulla perdita

Io gomitolo, tu filo (DeAgostini) di Alberto Pellai. Non parla direttamente di cancro di malattia ma è un libro che aiuta ad avvicinare i bambini all’idea del loro lento allontanamento dal gomitolo che è la mamma.

Le cose che passano (Topipittori) di Beatrice Alemagna. Dalla fantasia della scrittrice e illustratrice bolognese un libro che parla delle cose che, nella vita, sono destinate a passare, trasformarsi, andarsene. Cioè tutte, tranne una, che è l’amore della mamma. Pagine e disegni toccanti e profondi, come e forse più di tutti i libri di Beatrice Alemagna

Il buco (Gribaudo) di Anna Llenas. Anche questo libro non parla di malattia ma della capacità di resistere e di superare le avversità, di trovare il senso della vita tra incontri, e perdite. Alcune insignificanti, come quando si perde una matita o un foglietto. Altre importanti, come la perdita di qualcosa a cui si tiene, della salute o di qualcuno che si ama.

iO Donna ©RIPRODUZIONE RISERVATA

L'articolo «Ho un cancro». Come dirlo a un figlio? Consigli e libri, pensieri e parole utili sembra essere il primo su iO Donna.


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